VOCABOLARIO BREVE DI REALISMO DINAMICO
Si tratta di un utile strumento per comprendere rapidamente i termini nuovi e i termini tecnici.
CULTURA
La parola assume oggi tre significati: quello di conoscenza, di valori, e di civiltà. Per cui si ha una cultura-conoscenza, una cultura-valori, e una cultura-civiltà.
La cultura-civiltà si presenta come un modo di vivere e agire. La sua “sorgente” può essere religiosa, o laica.
Per cui si ebbe una cultura-civiltà religioso-sacrale, e si ha oggi una cultura-civiltà laica, secolare, profana, perché la sua sorgente è diventata laica, secolare, pro-fana, e consiste soprattutto nelle para-ideologie laiche, e nelle ideologie o, meglio, ideoprassi che sono sempre laiche.
La cultura-valori è un insieme di valori etici, che for-mano appunto un patrimonio culturale, a matrice religiosa o laica.
La cultura conoscenza è l’insieme delle conoscenze e del loro modo di esprimersi (teologia, filosofia, scienza, letteratura ed arte, mezzi di comunicazione sociale, ecc.).
Oggi questo è il senso di cultura che è passato in primo piano, perché per costruire l’attuale realtà dinamica, bisogna conoscerla, e formare la coscienza dei costruttori per mezzo della cultura-conoscenza.
DINONTORGANISMO
Questa parola è composta di tre parole unificate: dinamico (din), ontologico (ont), organismo: din-ont-organismo. E significa un organismo dinamico a valore ontologico, per distinguerlo da un organismo dinamico ridotto a una meta-fora, ossia ad un semplice paragone.
ENTE
Si può chiamare “ente” tutto ciò che in qualche modo esiste.
In questo senso anche un sogno è un ente, perché almeno come sogno, esiste.
Ma l’ente che interessa è l’ente reale, esistente nella realtà, ben distinto dalla nostra coscienza soggettiva e non riducibile ad essa.
L’ente reale si distingue in ente di primo grado, esistente in natura, e detto anche ente “statico”, perché “già costruito” nella sua essenza, fin dal primo momento della sua esistenza;
e in ente di secondo grado, detto anche ente “dinamico”, perché dev’essere costruito di continuo durante la sua esistenza, fin nella profondità del suo essere, e cioè nella sua essenza.
Ontologico: l’aggettivo di “ente” è “ontico”, od “onto-logico”.
Questi aggettivi richiamano l’ente reale.
Sono quindi sinonimi di “reale”: “ontologico” significa“reale”.
Ontologia: è la scienza filosofica dell’ente; si chiama anche metafisica ontologica, che è appunto la metafisica dell’ente. Come l’ente, che può essere “statico”, o “dinamico”, così anche l’ontologia può es-sere “statica” (= studio filosofico o metafisico dell’ente statico), e “dinamica” (= studio filosofico o metafisico dell’ente dinamico).
ENTE STATICO ED ENTE DINAMICO , RAPPORTO
Questo rapporto è esso pure un rapporto di ordine ontologico. Si risolve in questi termini: l’ente statico (di primo grado) “fonda” e fa da “materiale da costruzione” per l’ente dinamico (ente di secondo grado).
L’ente dinamico quindi non solo non elimina l’ente statico, ma lo postula. Conseguenza: risulta impossibile la riduzione della realtà al “divenire” (hegelismo) o alla “evoluzione” (positivismo evoluzionista).
Prima l’ente statico ben consolidato, poi l’ente dinamico. In caso contrario frana l’uno e l’altro e con loro frana la stessa verità (filosofica, religiosa, etica, umano-storica).
Applicazioni:
L’ontologia dinamica viene elaborata sul fondamento dell’ontologia statica.
L’uomo storicizzato (la “persona-cellula” che è realtà dinamica) si fonda e viene costruito utilizzando l’uomo come ente di primo grado (ente statico).
La realtà naturale in genere (come ente di primo grado, ossia come ente statico) fonda e serve da materiale da costruzione per la realtà storica, come realtà dinamica, di secondo grado.
ETICA
L’etica richiama la realtà dei costumi umani. Come conoscenza scientifica richiama la morale e il diritto.
La morale consta di norme morali che interessano direttamente la coscienza.
Il diritto consta di leggi (codici) che interessano direttamente la vita associata.
Un’etica realistica (sia come morale che come diritto) non può nascere dal cervello umano, deve nascere dalla natura vera e profonda della realtà a cui si riferisce. L’essere quindi precede l’etica: prima l’ontico, e poi l’etico.
Le realtà che sono fonte (“matrici”) di etica sono fondamentalmente due: la religione (etica religiosa, o a matrice religiosa), e l’ideoprassi (etica ideoprassica, o a matrice ideoprassica).
Questa seconda fonte o “matrice” dell’etica è un fatto del tutto moderno.
Si è imposto con la rivoluzione industriale e con l’avvento delle ideologie come prassi razionalizzata. Ed ha assunto un’importanza enorme.
Conseguenze:
Esistono due tipi di etica: l’etica religiosa (il cui dominio è quello della coscienza); e l’etica ideoprassica, sotto il cui dominio è caduta la realtà civica socio-politica, che ha cessato di essere “sacrale”;
l’etica ideoprassica è per sua natura costruttiva: è “buono” ciò che serve a costruire il rispettivo tipo di società dinamica secolare.
Anche l’etica religiosa cristiana, se è evangelicamente genuina è costruttiva: è buono ciò che è costruttivo del Corpo Mistico di Cristo.
Sia l’etica ideoprassica, quindi, che l’etica religiosa cristiana, perché “costruttive” sono etiche “dinamiche”, e non statiche.
L’etica statica è una semplice etica di “comportamento”. Mentre l’etica dinamica è un’etica di “costruzione”.
FILOSOFIA
È la scienza della realtà, vista non già nella sua fenomenologia, ma nel suo essere profondo. In base al suo metodo, può essere “filosofia realista”, o filosofia “idea-lista”.
La filosofia realista studia l’essere nella sua realtà oggettiva, senza ridurla alle idee, vanificandola nel soggetto conoscente.
La filosofia idealista invece riduce la realtà alle idee, la vanifica in un modo o nell’altro nel soggetto conoscente, che così fa nascere tutto da se stesso, cadendo nel soggettivismo (= riduzione della realtà al soggetto), e nell’immanentismo (= negazione della realtà al di fuori e al di sopra del soggetto, ciò che importa anche la negazione di Dio).
IDEOLOGIA COME PRASSI RAZIONALIZZATA ( IDEOPRASSI )
La parola “ideologia” è un termine ambiguo, a cui bisogna rinunciare, o dargli un significato tecnico ben preciso. Ma per stabilire il suo significato tecnico preciso, bisogna distinguere l’ideologia dalle categorie affini, come la preideologia, la paraideologia, la pseudoideologia, utopia, subideologia. Definiamole, lasciando per ultimo l’ideologia e subideologia.
Preideologia: è tutto ciò che ha preparato l’ideologia vera e propria, sia sul piano teorico (filosofia, scienza…) che pratico (evoluzione sociale, sviluppo economico e politico).
Paraideologia: è una dottrina politica di natura etica.
Le paraideologie sono state e sono molte. Sono un surrogato dell’ideologia.
Pseudoideologia: è un complesso di miti e di violenza. Esempi: il nazismo, il fascismo, gli attuali movimenti extraparlamentari.
Utopia: è una paraideologia proiettata nel futuro.
Ideologia: qui siamo all’ideologia vera e propria. Essa si definisce in questo modo: l’ideologia è la prassi razionalizzata. S’identifica quindi con la prassi e con la razionalità oggettiva interna di questa. L’ideologia quindi, intesa in questo suo senso tecnico ben preciso, non si riduce ad una “dottrina” o a una “visione del mondo” (sarebbe solo una “paraideologia”), ma è una realtà: la realtà della prassi razionalizzata e mobilitata: ideoprassi.
IDEOPRASSI E SUOI RAPPORTI
L’ideologia come prassi razionalizzata (ideoprassi) è in rapporto con tutto:
con la prassi, con cui si identifica;
con la politica, che l’incarna nell’esistenza;
con la religione, che sostituisce nel ruolo di fondamento diretto e anima diretta della nuova società dinamica secolare;
con i valori, che traduce da valori religiosi, o a matrice religiosa, o etico-religiosa, in valori “ideologici” laici e secolari, che così sono resi accettabili dalla nuova società dinamica secolare;
con l’Assoluto, in quando l’ideoprassi postula un “Assoluto ideologico”, che può essere teo-spiritualista, o ateo-materialista;
con la dialettica, perché la prassi è sempre “dialettica”, e cioè porta con sé una sua logica oggettiva dinamica interna, che è appunto la dialettica: marxista, capitali-sta, o dinontorganica;
con la dottrina, in quanto l’ideologia pur essendo la realtà della prassi, abbisogna della “teoria della prassi”;
con la filosofia, perché una “filosofia” sta sempre alla base della “teoria della prassi”;
con l’utopia, perché l’ideologia come prassi razionalizzata è “l’utopia concreta”, capace di realizzare il proprio futuro.
LAICITÀ
una parola che può avere tanto un senso ecclesiale, quanto un senso profano.
Laicità in senso religioso-ecclesiale è la condizione dei cristiani laici, è cioè non appartenenti al ceto ecclesiastico. Col Vaticano II° i cristiani laici hanno assunto un’importanza speciale sia all’interno della Chiesa che nel mondo.
Laicità in senso profano: è la qualifica delle cose profane, che sono appunto realtà laiche e secolari (economia, politica, industria, ecc.): cioè realtà non religiose e non sacre, ed appartenenti al “secolo”, (ossia al mondo).
Laicismo: è la laicità profana che non si accontenta di essere laica e secolare, ma si rivolta contro la religione, l’etica religiosa, Dio stesso, utilizzando in questo suo comportamento soprattutto la cultura (cultura laicista) e la politica (politica non solo “laica”, ma laicista).
MATERIALISMO STORICO DIALETTICO
È più che una filosofia: è la razionalità oggettiva interna alla ideologia marxista come prassi razionalizzata.
Materialismo storico: è la razionalità della stessa economia come elemento base della prassi marxista. Non solo l’economia è realtà materiale e dunque “materia”, ma rappresenta la razionalità stessa della storia, traducendosi precisamente nel materialismo storico, che sta alla base della lotta di classe, della dittatura del proletariato, e della società socialista.
Materialismo dialettico: è la giustificazione del materialismo storico ed esprime la razionalità di fondo non solo dell’economia socialista, ma dell’intero universo. È stato teorizzato in modo particolare da Stalin, che ha imposto il Diamat (= “dialettico materialismo”).
Il materialismo storico-dialettico è la combinazione dei due materialismi. È materialismo ateo in partenza.
METAFISICA DELLA REALTÀ STORICA
La metafisica è la parte più elevata e più importante della filosofia, perché studia la totalità dell’essere: per esempio, l’intera realtà storica (presente, passata, e futura). Il che è possibile non come conoscenza degli avvenimenti futuri (che non si conoscono), ma come conoscenza dell’essere profondo della realtà storica, che è valido anche per il futuro.
Di qui la possibilità della Metafisica della realtà storica, proprio come studio ontologico-metafisico della totalità della realtà storica.
Tale studio non coincide né con la filosofia della storia, né con la teologia della storia, appunto perché è studio “ontologico- metafisico” della realtà storica, per capirne l’essere profondo, la sua intima essenza, fino ad arrivare al dinontorganismo come “essere profondo” ed “intima essenza” della realtà storica.
L’importanza della Metafisica della realtà storica è paragonabile a quella della “matematica superiore”. Senza la matematica superiore sarebbe impossibile l’attuale sviluppo delle scienza e la realizzazione delle attuali tecnologie. Senza la Metafisica della realtà storica rimane incomprensibile l’attuale realtà storica dinamica e la relativa prassi, e di conseguenza rimane impossibile la costruzione della nuova società dinamica secolare, perché rimane impossibile mettere in moto il giusto meccanismo che la costruisce, che è il meccanismo dell’ideologia come prassi razionalizzata e della rispettiva prassi ideologica.
NATURALISMO EVOLUZIONISTICO
È la sostituzione di Dio (natura, naturalismo) e della creazione (evoluzione: naturalismo “evoluzionistico”). Questa doppia sostituzione è stata assunta come razionalità di fondo dall’ideologia laicista liberal-capitalista. Il naturalismo evoluzionistico è ateo-materialista come suo punto d’arrivo.
ORGANISMO
L’organismo è una realtà complessa, animata da un suo principio vitale, e perciò capace di vivere e di agire a titolo proprio autocostruendosi in modo coerente ed univoco nello spazio e nel tempo (definizione a valore metafisico universale).
L’organismo è un essere vivente impastato di materia (definizione a valore più esistenziale).
L’organismo è una struttura organica funzionale (definizione pratica e operativa, tecnica).
Tali sono le piante e gli animali. Ma è un vero organismo anche il “dinontorganismo”, ossia l’organismo dinamico a valore ontologico.
Di qui la distinzione degli organismi in organismi “statici” e “dinamici”.
Organismi statici sono gli organismi fisici esistenti in natura (piante ed animali). Sono “statici” perché già costituiti nel loro essere fin dal primo momento della loro esistenza. Si chiamano anche “organismi di primo grado”, perché la natura si pone al primo posto: prima la natura, e poi la storia; prima l’organismo statico (fisico, naturale), e poi l’organismo dinamico (storico, di secondo grado).
Organismi dinamici sono gli organismi storici, prodotti dall’uomo, i quali vengono dopo gli organismi naturali o fisici, e dunque sono organismi di secondo grado. Loro caratteristiche: sono sempre in fase di costruzione: (“dinamico” = sempre in costruzione nell’essenza reale); vengono costruiti utilizzando gli enti di primo grado, già esistenti in natura, compreso l’uomo. Sono quindi organismi dinamici, storici, di secondo grado.
PRASSI
Nell’uso comune, la parola “prassi” significa nient’altro che la pratica in opposizione alla teoria, e quindi è sinonimo di attività, azione. In senso tecnico invece la prassi è la stessa realtà storica dinamica globale, vista nel suo aspetto attivistico. È in questo senso che si definisce l’ideologia precisamente come prassi razionalizzata. Questa prassi ha come soggetto agente l’organismo dinamico (dinontorganismo). In riferimento ad esso la prassi si definisce anche la vita-azione dell’organismo dinamico.
E’ il piano operativo dell’organismo dinamico.
REALISMO INTEGRALE (realismo statico + realismo dinamico)
È la dottrina filosofica che tiene conto di tutta la realtà: statica e dinamica; naturale e storica; materiale e spirituale; increata e creata; umana e divina (soprannaturale).
REALTÀ STORICA
È la realtà fatta dall’uomo e che entra a comporre l’insieme delle cose umane e delle vicende umane. La realtà storica si contrappone alla realtà naturale. La rivoluzione industriale ha diviso la realtà storica in due grandissime sezioni: la realtà storica statica, e la realtà storica dinamica.
Realtà storica statica: è la realtà storica prima della rivoluzione industriale. Si dice “statica” non perché fosse immobile o non subisse dei cambiamenti, magari nascendo o morendo: ma perché la sua realtà profonda, al di sotto di queste vicende, era già bell’è costruita: solo da conservarsi, governarsi, e da difendersi contro le offese del tempo e degli uomini.
Realtà storica dinamica: è la realtà storica nata con la rivoluzione industriale e affermatasi sempre più con la rivoluzione industriale stessa. Si chiama dinamica non in merito ai suoi cambiamenti più o meno veloci, ma perché è una realtà da costruirsi di continuo attraverso quell’attivismo globale che si chiama prassi. Di fatto, la nuova realtà storica dinamica viene costruita dall’ideologia come prassi razionalizzata (ideoprassi), la quale è appunto prassi costruttiva della nuova realtà storica dinamica e della nuova società dinamica secolare che l’esprime.
SCIENZA
La scienza è un sapere sistematico, critico, riflesso. Si distingue così dalla conoscenza spontanea e comune, acritica, occasionale. L’oggetto della scienza è fondamentalmente doppio: l’essere, e il fenomeno. Questo doppio oggetto dà origine a due tipi di scienza, con due metodi diversi, che sono la scienza sperimentale (o del fenomeno), e la scienza speculativa (o dell’essere).
Scienza sperimentale: è la scienza dei fenomeni. Si basa sul metodo sperimentale (fisica, chimica, biologia…).
Scienza speculativa: è la scienza dell’essere, raggiungibile solo con la speculazione, ossia con una riflessione intelligente e approfondita, che va al di là del fenomeno. La classica scienza speculativa è la filosofia.
Scienze matematiche. Anche la matematica è una scienza speculativa. Il suo oggetto però è la riflessione sulla quantità e il numero, che dà luogo ad un tipo di scienza logico-formale. Essa serve da strumento per le scienze sperimentali e per le applicazioni tecniche.
SOCIALITÀ
Come semplice dato di fatto, la socialità è l’aspetto interpersonale della vita umana. Tale fatto deriva dalla tendenza naturale e dalla necessità storica di vivere in comune.
La socialità tradotta in fatto storico concreto, oggi viene determinata ed imposta dall’ideologia come prassi razionalizzata, in quanto l’ideologia (ideoprassi) le dà il fondamento e le fa da anima.
Si ha così una socialità liberal-capitalista, una socialità marxista, e una socialità dinontorganica.
La socialità liberal-capitalista è democratica e immanentista, perché fondata sulla libertà e sulla negazione di una sorgente superiore della socialità (negazione di Dio e del diritto naturale).
La socialità marxista è essa pure immanentista (perché ateo-materialista).
Si concretizza nel socialismo marxista, e nel comunismo: due forme di socialità perseguite di proposito dietro una motivazione ideologica.
La socialità dinontorganica è quella che emana dal dinontorganismo, sotto l’impulso dell’ideoprassi dinontorganica “cristiana” (in senso ideoprassico vero). È una socialità “trascendente”, perché il suo fondamento e la sua anima è data dall’Assoluto ideoprassico teospiritualista, che opera attraverso il dinontorganismo, il quale dà luogo al tipo più alto e più perfetto di socialità, e per di più ad una socialità a valore ontologico, prima ancora che etico.
Socialità etica, come “giustizia sociale”: è la socialità patrocinata dalle paraideologie cristiane, e laiche socialiste (socialismo “paraideologico”, non ideologico-marxista).
La socialità paraideologica etica cede sempre il passo alla socialità ideoprassica che ha valore ontologico. Essa viene impastata nella costruzione stessa della società dinamica secolare, imponendo in tal modo il suo tipo di “giustizia sociale”.
SOCIETÀ
La società è l’organizzazione del vivere in comune, a tutti i livelli: dalla società familiare, alla società politica. La società in tutta la gamma delle sue espressioni, subisce una sua distinzione, veramente fondamentale, in società “statico-sacrale”, e società “dinamico-secolare”.
Società statico-sacrale: è la società prima della rivoluzione industriale. “Statica”, perché già bell’è costruita, e quindi solo da governarsi e conservarsi; “sacrale”, perché accettava la religione come proprio fondamento diretto e propria anima diretta, venendone “sacralizzata”.
Società dinamico-secolare: è la società dopo la rivolu-zione industriale. “Dinamica”, perché dev’essere costruita di continuo mediante la prassi; “secolare”, perché rifiuta la religione come propria anima diretta e fondamento diretto, e in sua vece, accetta l’ideoprassi, che così è divenuta il nuovo fondamento e la nuova anima diretta della nuova società dinamica secolare.
La società dinamico secolare tende sempre a tradursi in organismo dinamico e a funzionare come tale. Ma tale “organismo dinamico” viene costruito ed imposto dalla prassi razionalizzata (ideoprassi).
Conseguenze:
la falsa prassi ideologica (capitalista, e marxista) traduce la società in un “organismo-mostro”, si tratti dell’organismo-mostro capitalista o marxista;
la prassi ideologica vera, al contrario, che è quella dinontorganica traduce la società in un autentico organismo dinamico a valore ontologico, che è appunto la “socialità dinontorganica secolare”.
Questi due aggettivi sono adoperati nel linguaggio comune, e allora non hanno importanza. Oppure assumono un significato filosofico preciso, e allora assumono un’importanza eccezionale. Ecco il loro significato filosofico preciso:
Statico è ciò che è già bell’è fatto, già costruito nel suo essere, nella sua “essenza reale”, che saranno essere ed essenza statica; ens cuius essentia est .
Dinamico invece è ciò che ancora non è, ma diviene, è costruito nel suo stesso essere profondo e cioè nella sua “essenza reale”. ens cuius essentia fit.
In sintesi, statico è sinonimo di già fatto; e dinamico sinonimo di: “da costruirsi”; di “viene costruito”, nel rispettivo essere ed essenza.
Le applicazioni di statico e dinamico in questo loro significato filosofico, sono molteplici: ente statico, ed ente dinamico; organismo statico ed organismo dinamico; realtà storica statica, e realtà storica dinami-ca; ecc.
STORIA
La storia è la stessa realtà storica, ma ignorata come realtà ontologica, e ridotta di conseguenza ai fatti, agli avveni-menti (o all’avvenimento per eccellenza). La storia così intesa dà luogo alla:
storiografia, che è la narrazione (o descrizione) dei fatti storici;
filosofia della storia, che intende cogliere il senso e le leggi degli avvenimenti storici nel loro aspetto puramente umano-naturale;
teologia della storia, che intende cogliere il senso e le leggi degli avvenimenti storici nel loro significato e valore divino-umano soprannaturale, centrando il tutto nel grande Avvenimento del “Mistero pasquale”. Di qui la riduzione del Cristianesimo (della religione cristiana, della stessa Chiesa) alla “Storia della salvezza”, ignorando o non tenendo conto della rispettiva “realtà onto-logica” del Corpo Mistico.
TECNICA
È l’applicazione della scienza alla realizzazione dei prodotti materiali.
Si divide in tecnica artigianale, e tecnica industriale.
La tecnica artigianale è fondata sull’abilità, sulla genialità, sulla esperienza, del lavoratore artigiano. Non abbisogna della scienza vera e propria. La tecnica artigianale da sola non poteva produrre la rivoluzione industriale. Era ancora una tecnica “statica”, appartenente a un mondo statico.
La tecnica industriale invece è il prodotto della scienza, e quindi si è sviluppata e complicata, fino a raggiungere le raffinatezze e le proporzioni giganti dell’attuale tecnologia. L’importanza della tecnica industriale non è solo economica, ma anche storica: è essa che ha reso possibile la rivoluzione industriale, traducendo la vecchia realtà storica statico-sacrale nella nuova realtà storica dinamico- secolare.
TIPO E MODELLO
Nell’uso comune, questi due termini sono sinonimi e vengono scambiati a piacimento. Nel linguaggio realistico-dinamico assumono un senso preciso e ben distinto.
Il tipo ha valore essenziale, e dunque ha un valore immutabile e di portata universale;
il modello invece è l’incarnazione del tipo nella realtà storica contingente, con gli adattamenti che questa comporta.
Applicazioni: altro è il tipo di società, che è unico per ogni singola ideoprassi, altro è il modello di società, che come incarnazione del tipo risulta molteplice e variabile, ma, per coerenza ideologica, sempre fedele al tipo di società che incarna, cercando di servirlo, il meglio possibile.
Tipo e modello di società, nel loro significato preciso, sono due termini squisitamente “ideoprassici”. Le “paraideologie” non tengono conto di tale distinzione, e possono anche parlare di: progetto di società, che diventa un astratto surrogato del tipo e del modello, cucinabile a volontà.